La malattia venosa cronica agli arti inferiori e i sintomi a essa correlati, come la pesantezza alle gambe, sono problemi particolarmente rilevanti per chi viaggia spesso e a lungo. Nelle persone colpite, infatti, le pareti di vene e capillari degli arti inferiori perdono la loro elasticità influenzando negativamente i meccanismi di ritorno del sangue verso il cuore. Ciò provoca un ristagno di sangue, causa di gonfiore, pesantezza, dolore, formicolii.
Questi disturbi sono accentuati proprio durante i viaggi, in particolare in auto e aereo, a causa dell'immobilità protratta. Il sangue defluisce più agevolmente dalle gambe quando i loro muscoli sono mantenuti in funzione. Tuttavia lo spazio ristretto può accentuare il problema, specie se il viaggio dura più di 3 ore.
Se non si interviene preventivamente, la malattia venosa cronica può portare con sé complicanze come la trombosi venosa. Ricordiamo che questi disturbi sono ancora più frequenti nei seguenti soggetti:
Ecco allora come ridurre la pesantezza alle gambe durante i viaggi ed evitare le complicanze della malattia venosa cronica agli arti inferiori.
In auto, facciamo soste frequenti e camminiamo per qualche minuto, magari sulle punte dei piedi e poi sui talloni.
Indossiamo scarpe e vestiti comodi, evitando tacchi alti o scarpe piatte. Possono essere utili le calze a compressione graduata. Evitiamo inoltre indumenti stretti all’inguine.
In aereo, alziamoci frequentemente per sgranchirci le gambe: evitiamo i posti centrali e vicini al finestrino, poiché la pressione all’interno della cabina può facilitare la formazione di rigonfiamenti su caviglie e polpacci. Inoltre quando siamo seduti teniamo i piedi leggermente sollevati da terra sul poggiapiedi per dar loro sollievo.
Prima e durante il viaggio preferiamo cibi poveri di sale, causa di ritenzione di liquidi. Preferiamo invece frutta fresca e verdure a foglia verde, caratterizzate da proprietà diuretiche.
Durante i lunghi viaggi, eseguiamo da seduti alcuni semplici esercizi per le gambe: flettiamole verso l’addome, portando le ginocchia al petto, e contraiamo ritmicamente i polpacci.